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giovedì 26 febbraio 2009

MISTERO SOLUTO?

fenomenI fotografatI per la prima volta nel 1989

«Spiriti dell'aria» ed «elfi»
sempre meno misteriosi

Una spiegazione per gli enigmatici lampi ad alta quota scambiati per Ufo

«Winter sprites»
«Winter sprites»
MILANO - Per coloro che credono alle apparizioni dei dischi volanti, comunemente chiamate UFO, c’è una brutta notizia. Oltre a tutte le spiegazioni finora date nei decenni dei vari fenomeni avvistati ora si aggiunge quella del professor Colin Price dell’Università di Tel Aviv. Price, a capo del dipartimento di scienze geofisiche e planetarie, è uno specialista degli «winter sprites» che appaiono nei cieli dell’emisfero nord nei mesi invernali. Gli Sprites sono delle grandi scariche elettriche che si manifestano al di sopra delle nuvole temporalesche e si presentano a grappoli ad altezze tra i 50 e 100 chilometri, e talvolta anche oltre.

SPIRITI DELL'ARIA - Gli Sprites sono gli «spiriti dell’aria» ed il termine è stato ripreso dal «Sogno di una notte di mezza estate» di Shakespeare. Il fenomeno veniva fotografato per la prima volta nel 1989 dagli scienziati dell’Università americana del Minnesota. Le loro manifestazioni avvengono, dunque, molto in alto nel cielo, nell’alta atmosfera. «Di solito sono i lampi scatenati nei temporali alle normali quote più basse a stimolare il campo elettrico superiore producendo gli Sprites e adesso abbiamo scoperto che soltanto certi tipi di fulmini li possono scatenare – spiega Price – Come ciò avvenga non è ancora ben chiaro e il dibattito è aperto ma di certo possono spiegare alcuni bizzarre osservazioni degli UFO».

«GLI ELFI» - Gli Sprites talvolta sono associati ad altri fenomeni come gli «elfi», aloni luminosi con un diametro di circa 400 chilometri. Simili formazioni luminose spesso si muovono nel cielo e questa è la ragione per la quale sono stati chiamati spiriti dell’aria o anche elfi. Ed è un’altra delle loro caratteristiche associate agli UFO. Gli strani lampi raggiungendo quote molto elevate possono avere un impatto sulla fascia dell’ozono che circonda la Terra proteggendo la vita. «Per fortuna – nota Price – che accadono non molto frequentemente e quindi il loro possibile danno è contenuto. Ma dato il rischio che presentano è opportuno indagarli meglio».

Giovanni Caprara
25 febbraio 2009

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